foto/immagine di Vivì Bertin - Locomotiv Club Bologna - 12 novembre 2024 - Music (Scanart)

 

Paolo Benvegnù, nato a Milano il 14 febbraio 1965, è stato uno dei più raffinati cantautori e musicisti della scena italiana contemporanea. Artista dal talento poliedrico, ha attraversato tre decenni di carriera segnati da una costante ricerca artistica, linguistica e musicale, conquistando una nicchia unica nel panorama della musica d'autore italiano.

Gli inizi con gli Scisma

Negli anni '90, Benvegnù ha fondato gli Scisma: Bombardano Cortina (1995), Rosemary Plexiglass (1997) e Armstrong (1999).

"Per il loro rock sofisticato, particolarmente colto e raffinato, sono stati definiti dalla critica "magniloquenti" e "gruppo imprescindibile"." Wikipedia

Dopo lo scioglimento della band nel 2000, Paolo ha iniziato a costruire una carriera solista che gli avrebbe permesso di esplorare ulteriormente la sua visione artistica.

La carriera solista

Il debutto solista arriva nel 2004 con Piccoli fragilissimi filmtra gli altri:

  • 2008 – Le labbra (La Pioggia Dischi/Venus)
  • 2011 – Hermann (La Pioggia Dischi/Venus; edizione in vinile: Woodworm label)
  • 2014 – Earth Hotel (Woodworm label)
  • 2017 – H3+ (Woodworm label)
  • 2020 – Dell'odio dell'innocenza (Black Candy)
  • 2021 – Delle inutili premonizioni (Black Candy)
  • 2022 – Delle inutili premonizioni - Vol. 2 (Black Candy/Officine della Cultura)
  • 2024 – È inutile parlare d'amore (Woodworm Label)
  • 2024 – Piccoli fragilissimi film – Reloaded (Woodworm Label)

Le sue canzoni sono state reinterpretate da importanti artisti italiani, come Mina, Marina Rei e Irene Grandi, una testimonianza del valore universale delle sue composizioni.

La poesia in musica

Benvegnù non è stato solo un musicista, ma un vero poeta. Le sue opere affrontano tematiche universali come l'amore, la solitudine, la natura e la condizione umana, spesso con un linguaggio evocativo e filosofico. La sua musica, delicata e potente al contempo, ha il dono raro di toccare corde profonde dell'animo umano, riuscendo a esprimere ciò che le parole da sole non potrebbero mai dire. Con una scrittura capace di mescolare il lirismo con l’introspezione, ha trasformato ogni composizione in un viaggio emozionale, dove il suono diventa il mezzo per esplorare le sfumature più intime dell'esperienza umana.

Le sue melodie, purtroppo non sempre apprezzate dalla massa, hanno trovato nel tempo una nicchia di ascoltatori appassionati, capaci di cogliere la poesia nascosta nei suoi brani. Benvegnù, con la sua sensibilità e la sua capacità di immergersi nelle pieghe più sottili dell’esistenza, ha reso la musica non solo un piacere estetico, ma una vera e propria riflessione sull’essere e sul divenire. La sua eredità è quella di un artista che ha saputo unire la bellezza sonora alla profondità del pensiero, creando opere che continuano a risuonare nel cuore e nella mente di chi le ascolta.

Il riconoscimento e la Targa Tenco

Nel corso della sua carriera, Paolo Benvegnù ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui la Targa Tenco, uno dei premi più prestigiosi nel panorama musicale italiano. Questo premio, che celebra l'eccellenza nella canzone d'autore, ha ulteriormente consolidato il suo status di artista di valore, capace di esprimere una poetica profonda e una musicalità unica. Benvegnù è stato apprezzato non solo per la qualità delle sue composizioni, ma anche per la sua capacità di rinnovare il linguaggio della musica d'autore, mantenendo un equilibrio tra tradizione e sperimentazione.

La Targa Tenco è un riconoscimento che spesso viene assegnato a chi ha saputo innovare senza perdere il legame con la radice più autentica della canzone italiana, e Benvegnù si è guadagnato questo onore grazie alla sua visione musicale raffinata e alla sua capacità di scrivere testi che parlano dritti al cuore degli ascoltatori. La sua carriera, che affonda le radici nella scena indie e alternata a esperienze da solista, è una testimonianza di come l'arte possa evolversi, restando sempre fedele a se stessa.

Eredità artistica

La scomparsa di Paolo Benvegnù il 31 dicembre 2024 ha lasciato un vuoto immenso nel mondo della musica e della cultura italiana. La sua morte ha colpito profondamente non solo i suoi fan, ma anche l'intero panorama musicale, che perde una delle voci più autentiche e raffinata della scena contemporanea.

Con la sua capacità unica di evocare sensazioni profonde e riflessioni intime, ha scritto pagine indimenticabili della musica italiana, in cui ogni canzone era un piccolo racconto, una meditazione sulla condizione umana, sull'amore, sulla solitudine e sulla ricerca di sé. La sua musica ha il potere di toccare le corde più sottili dell'animo umano, facendo risuonare in chi ascoltava qualcosa di universale e profondo.

Le sue melodie, insieme ai suoi testi, sono impronte indelebili nel cuore di chi ha avuto il privilegio di ascoltarle. Paolo Benvegnù ha saputo rendere la musica non solo una forma d'intrattenimento, ma un linguaggio che parla direttamente alla mente e al cuore, trasformando l'arte in uno strumento di connessione profonda tra gli individui e la loro realtà emotiva. In questo modo, la sua musica non morirà mai, ma continuerà a vivere nel nostro sè superiore, nelle emozioni e nelle nuove generazioni che troveranno nelle sue canzoni una fonte di ispirazione e riflessione.

Benvegnù non era solo un cantautore, un poeta ma un narratore dell'esistenza, capace di trasformare le emozioni più complesse in musica e parole. La sua eredità è una testimonianza di quanto l'arte possa essere un veicolo potente per l'umanità, la bellezza e la verità.

Nascondere le lacrime per questo strappo al cuore è impossibile. Il suo distacco da noi ora è un invito a prenderci per  mano e saltare dentro in ognuno di noi stessi con musica e parole; lì lo ritroveremo. 

Nonostante la sua assenza fisica, le sue opere continueranno a vivere, ispirando generazioni future di artisti e ascoltatori.

Valeria Bertin - Vivì